Ancora non c’è chiarezza sulla genesi esatta della città di Casalmaggiore. Il ritrovamento della “Stazione Enea Casali” nel 1970 presso il Santuario della Fontana, unitamente ai reperti rinvenuti nella frazione di Fossacaprara, confermano la presenza di insediamenti fin dall’età del bronzo, ma la disposizione della città e il ritrovamento di armi fanno pensare che Casalmaggiore sia stata fondata in epoca romana con il nome di Castra Maiora, ovvero “Accampamento Principale”. Il primo documento scritto che cita esplicitamente Casalmaggiore è un’iscrizione rinvenuta sotto un’immagine della Beata Vergine nella chiesa di San Giovanni Battista (collocata un tempo nell’area dell’odierna Isolabella). Attorno all’anno 1000, Casalmaggiore era un castello fortificato sotto il dominio estense e la solitaria rocca di via Vaghi ne è una traccia. Sotto la dominazione veneziana, nel XV secolo, Casalmaggiore aveva la giurisdizione “sugli uomini e le ville” di Rivarolo (odierna Rivarolo del Re), Villanova, Gambalone, Camminata, Cappella di Staurci, Quattrocase, Casalbellotto, Roncadello, Staffolo, Fossacaprara, Vicomoscano, Motta dei Maltraversi, corrispondenti a grandi linee alle odierne frazioni. Durante la dominazione veneziana, Casalmaggiore ribadì la propria vocazione commerciale, grazie alla propria collocazione geografica. Proprio a causa di questa ubicazione strategica, nel Cinquecento molti potentati posarono gli occhi sulla città, tra cui il Ducato di Milano e il Marchesato di Mantova, senza dimenticare l’attenzione delle truppe francesi e spagnole. Nel 1539 vi si rifugiò l’artista Parmigianino, in fuga da Parma, morendovi l’anno successivo. Sul finire del Seicento, prese corpo l’idea di creare una vera e propria signoria di Casalmaggiore. A cavallo tra il Millequattrocento e il Millecinquecento, quando Casalmaggiore, terra di confine ambita da più potenze, ebbe modo di ottenere nel novembre del 1500 da parte della Serenissima Repubblica di Venezia la ratifica ufficiale dei propri Statuti che la rendevano autonoma dalla giurisdizione di Cremona. Gli Statuti stavano ad indicare le raccolte sistematiche delle leggi fondamentali del Comune e delle Corporazioni. Negli Statuti confluivano norme consuetudinarie formatesi nei secoli, ma prive di ufficialità e anche formule di promesse e di impegni che i magistrati del Comune si assumevano di fronte al popolo e viceversa. Fu grazie all’abilità diplomatica del cittadino Leonardo Chiozzi, poi celebrato come “pater patriae” e di suo fratello Andrea, entrambi oratori della “Comunitas ed homines Casalis Maioris”, che gli Statuti furono ratificati ufficialmente. Questo rappresentò per Casalmaggiore il periodo in cui si costituì come piccola entità statuale, poiché vennero sottoposte alla sua giurisdizione le ville (frazioni) del territorio circostante che formarono il suo contado. In virtù di questi Statuti, Casalmaggiore si elevò di grado e si inserì a pieno titolo nel processo che la vide affrancarsi dalla dipendenza di una città dominante quale era Cremona, per costituirsi in autonomo soggetto politico. Questo periodo, secondo testimonianze storiche (Romani, Lodi, ecc.), ha rappresentato per gli abitanti di Casalmaggiore una specie di “età dell’oro” in cui fioriva il commercio di vino, gualdo, canapa, zafferano ed altro, scambiati, tramite la via fluviale del Po, con spezie e mercanzie di grande valore provenienti da Venezia. In tal modo la cittadina era diventata un importante porto e punto di rifornimento per i mercati del circondario. Tutto ciò a vantaggio di una diffusa agiatezza che si trasformava in cultura, feste, giostre e altri “virtuosi” trattenimenti organizzati sia da parte dei nobili che dai popolani in un clima di pace e familiarità che ancor oggi si vorrebbe auspicare. L’accordo tra Casalmaggiore e la Serenissima veniva ufficializzato dal Doge Agostino Barbarigo il 21 novembre 1500 e costituì un evento importantissimo perché sulla sua falsariga furono redatte successivamente le ristampe che, di secolo in secolo, portarono Casalmaggiore al felice coronamento del suo sviluppo storico con la proclamazione a città. Il manoscritto originale del documento veneziano è ancora conservato nell’Archivio Storico del Comune. I colori a rappresentare la città nel periodo erano: il giallo, a ricordo dello zafferano abbondantemente prodotto in passato nel territorio e di cui esisteva un fiorente commercio con la Repubblica di Venezia; l’azzurro, ricavato dal gualdo, un’erba spontanea molto rigogliosa nella bassa padana e largamente usata per la tintura delle telerie, e così diffusa a Casalmaggiore che i “fazzolettoni” casalaschi di tela azzurra erano esportati fino in Liguria; il rosso, ricavato dalla robbia, il noto arbusto impiegato nella tintura dei tessuti oltre che nella farmacopea. Questi tre colori si ritrovano nel primo stemma di Casalmaggiore sul cartiglio degli Statuti del 1500 (torrione rosso su sfondo azzurro in scudo bronzeo dorato) e rimandano alle tonalità tipiche del territorio in cui l’azzurro del fiume taglia il giallo-dorato dei campi di grano e il rosso della terracotta caratterizza gli edifici. Nel 1754 Maria Teresa d’Austria concesse a Casalmaggiore il titolo di città. Negli anni successivi la comunità locale poté ospitare l’imperatore d’Austria Giuseppe II. Dal 1787 al 1797 Casalmaggiore fu capoluogo dell’omonima provincia, ottenuta dallo smembramento del Contado di Cremona. Casalmaggiore passò poi attraverso la dominazione napoleonica e i vari stati che si succedettero in breve tempo finché, dopo il Congresso di Vienna, entrò nel Regno Lombardo-Veneto, in provincia di Cremona. Dopo la seconda guerra di indipendenza (1859) fu unita al Regno di Sardegna, che nel 1861 divenne il Regno d’Italia. Casalmaggiore divenne capoluogo di un circondario della provincia di Cremona. Nel 1862 Casalmaggiore ricevette la visita di Giuseppe Garibaldi. Tra il 1884 e il 1887, la città fu raggiunta dalla ferrovia proveniente da Piadena e da Parma (l’attuale Parma – Brescia). Casalmaggiore fu per qualche decennio a cavallo dei secoli XIX e XX uno snodo tranviario fra la rete cremonese e quella mantovana. Nel 1886 presso la frazione di Ponte Maiocche fu istituita una fermata della tranvia Mantova – Viadana, mentre nel 1888 fu aperta la linea proveniente da Cremona e una breve diramazione per Ponte Maiocche la quale attraversava il centro della città. Nel 1915 le frazioni di Brugnolo, Rivarolo del Re e Villanova furono distaccate dalla città, andando a formare il nuovo comune di Rivarolo del Re ed Uniti. Nel XX secolo, immersa nel corso della storia nazionale, Casalmaggiore ha vissuto il “secolo breve” tra guerre, dittature, riprese politiche ed economiche. Accanto alla città, da sempre il Po, uno dei suoi simboli e fedele compagno, ma anche terribile avversario nelle piene del 1951, 1994, 2000.
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